venerdì 2 agosto 2013

MATERNITA' E LAVORO

LE MAMME MANAGER



Le donne in carriera che diventano madri devono conciliare due mestieri quello di mamma con l’impegno professionale.
Alcune decidono di sacrificare il lavoro per prendersi cura del nascituro, altre a un mese dal parto sono già in ufficio prese da un doppio carico di responsabilità. “Ho pianificato tutta la maternità in modo scrupoloso, ma di fronte alla prima febbre alta mi sono chiesta se sono davvero una buona madre!”. Questa è la frase che di frequente si sente dire a neomamme che decidono di rientrare repentinamente al lavoro dopo pochi mesi dal parto. Forte è il senso di colpa che si interseca con la voglia di intraprendenza professionale.
Nel libro “Mamme Acrobate” l’autrice, la dott.ssa Rosci, spiega che il “conflitto è già latente nella complessità di competenze richieste ad una mamma e a una donna con un serio impegno professionale”. Deve quindi essere munita di doti quali pazienza, dedizione alla cura, ma anche concentrazione continuità e competizione, un carico non indifferente. Nonostante le difficoltà “rinunciare al lavoro non è un’opzione, piuttosto le donne sviluppano la capacità di passare da un piano all’altro dei due “mestieri”, di vivere due agende parallele, una razionale, una emotiva”. Fare le supermamme serve quindi a placare il senso di colpa, ma oltre al fatto che non basta a cancellarlo, può provocare grosse conseguenze nell’equilibrio mentale della persona oltre che alla relazione con il partner che ne pagherebbe sicuramente il prezzo più alto. Infatti laddove il carico è tutto spostato da un alto della coppia, qualunque sia il motivo di base, si innesca un susseguirsi di sensi di colpa e rimproveri reciproci rispetto alle presunte mancanze nei confronti del bambino che non vengono adeguatamente affrontati. Il tempo della coppia si riduce, come la comunicazione ed infine la sessualità, termometro della temperatura del clima emotivo.  Condividere invece l’esperienza della maternità con il compagno, le proprie aspettative rispetto alla carriera lavorativa e i compiti di crescita del nuovo nucleo, può essere meno gratificante, ma sicuramente rappresentare un momento di unione che aiuta soprattutto  la mamma in questa delicata fase di vita.
Le ansie materne non cominciano con la nascita, bensì prima, quando la gestante deve fare spazio mentale, oltre che fisico, per il bambino. L’accettazione psicologica di questa creatura è importantissima per riuscire a gestire ogni tipo di difficoltà successiva alla nascita. Una madre che ha affrontato adeguatamente questa accettazione sarà anche pronta a separarsi dal figlio nei tempi giusti, garantendo la sua presenza in termini di qualità e non solo di quantità.
È anche vero che oggi più che una scelta, rientrare al lavoro è una necessità dettata da regole burocratiche ed esigenze di impresa, quindi la soluzione a questa assenza forzata resta sicuramente dedicarsi regolarmente al bambino quando è possibile, combattendo il senso di colpa che spinge a trovare surrogati di gesti affettivi in oggetti, giocattoli o nell’arrendevolezza agli eccessivi capricci. L’istinto materno è da sempre il miglior deterrente contro l’insicurezza e i sensi di colpa ed è l’unico vero insegnante dei giusti metodi per prendersi cura dell’altro.

Dott.ssa Ivana Siena

PENSIERI