martedì 15 aprile 2014

BAMBINI E ABITUDINI - I Parte


LA COPERTA DI LINUS


Familiarmente, in francese, il doudou è l’oggetto feticcio di un bambino. Di solito un pupazzo, una copertina, uno straccetto, una maglietta, un ciuccio, un qualsiasi oggetto al quale il piccolo sin dai primi giorni di vita si affeziona, e questo oggetto diventa indispensabile per un lungo periodo della sua vita.
 Linus e la sua copertina … (inseparabile doudou). Si tratta a tutti gli effetti di un oggetto transazionale, ne parlò per la prima volta un pediatra psicoanalista inglese Donald Woods Winnicott. Egli mise in rilievo l’importanza del gioco e in particolare di quello transazionale, cioè quella particolare situazione di gioco nella quale il bambino utilizza un oggetto come confortante per far fronte alla frustrazione e al dolore derivanti dal distacco con la figura primaria di attaccamento. Winnicott intuì che è il padre, e non l’oggetto transazionale, il primo mediatore della relazione madre-bambino.

L’oggetto transazionale è un ponte che aiuta il bambino ad entrare in contatto con la realtà permettendogli di adattarsi ai cambiamenti e di superare le difficoltà.

Gli esperti ritengono che l’uso di un oggetto transazionale abbia origine dal primo riflesso di suzione del neonato, dunque transazionali non sono solo cose-oggetti, ma anche azioni, abitudini, consuetudini, che fanno parte del normale processo di crescita ma che se ripetute all’infinito possono far parte del meccanismo di difesa: regressione o fissazione al fine di recuperare o mantenere il proprio equilibrio psicologico.
Il bambino nel ripetere sempre la stessa azione cerca sicurezza, si sente più fiducioso e tranquillo.
Questo oggetto è un modo per far rivivere un’esperienza piacevole tipica della prima infanzia, anche se il bambino impara ad ottenere soddisfazioni in diversi modi, non elimina il primitivo piacere vissuto nei primi mesi di vita.
La famosa copertina di Linus, consente al bambino di rivivere un senso di sicurezza in quanto è associata al calore ed alla tenerezza dei primi giorni di vita. L’ uso eccessivo di un oggetto transazionale può essere indice di una grave mancanza di sicurezza: se il bambino arriva al punto di non poterne fare a meno significa che la sua dipendenza è grande e che dietro vi è un forte stress emozionale, i genitori potrebbero cercare la fonte di tale insicurezza riscontrabile in un fallimento scolastico, un rapporto sterile con i genitori, un raffreddore, un mancato invito ad una festa, un lutto familiare.
Occasioni varie in cui gli oggetti transazionali possono avere un senso positivo e che aiutano il bambino a superare un’esperienza difficile, possono essere: le vacanze e il ricovero in ospedale. L’oggetto transazionale è un sostituto della mamma. Quando inizia la separazione mamma-bambino e la definizione dei confini di una e dell’altro, il bambino matura la necessità di avere con sé qualcosa perennemente. Dopo la scoperta di separazione temporale e spaziale dalla mamma e la conseguenza che la mamma gode di una vita propria e indipendente, adotta un oggetto come un suo sostituto. Ecco perché spesso il bambino si impossessa di oggetti che appartengono o sono appartenuti alla figura materna o perché  molti genitori potrebbero accompagnare il bambino fin da piccolo con peluche o altre piccole pezze che sono state precedentemente  a contatto con il corpo materno e che siano quindi impregnate dello stesso profumo-odore della mamma.
Su questo oggetto il bambino esercita un piano potere: a differenza della mamma, può decidere di tenerlo sempre con sé, lasciarlo e riprenderlo quando vuole. Imprime cioè un potere affettivo totale. Oltre a questo legame affettivo e di possesso molto forte, l’oggetto rappresenta, alimenta e sostiene anche la sfera più complessa del bambino: tramite questi oggetti i bambini iniziano a rapportarsi alla realtà esterna e ad agire su di essa. L’oggetto diventa il tramite grazie al quale riuscire ad agire sulla realtà, un simbolo per operare su di essa in modo astratto invece che concreto come è stato fatto fino a quel momento. Questi oggetti sono in grado di far sentire il bambino più fiducioso e sicuro nei momenti di stress, di stanchezza e di separazione dalla famiglia. Ogni bambino crea il proprio oggetto nel momento in cui investe qualcosa di significativamente affettivo e personale, oltre a ricordare i primi contatti con la mamma ha per il bambino un valore particolare in quanto è la prima ricchezza che egli possiede. E’ qualcosa che nelle mani del piccolo si anima di una vita propria e di un potere magico capace di diffondere fiducia, protezione e sicurezza, nei momenti cruciali.
Questo oggetto sul quale il bambino mostra odio e un amore incondizionato, ha un ruolo insostituibile per il suo sviluppo affettivo e sociale. A questi oggetti i bambini si attaccano profondamente e spesso diventano di importanza vitale, per esempio, nella fase immediatamente precedente al dormire. Solitamente potrebbero essere dei pupazzetti con il corpo di stoffa morbida con al centro una testina e sui quattro angoli le zampine, può essere una maglietta della mamma, un orsacchiotto o una coperta.
L’utilizzo è vario e singolare per ogni bambino, c’è chi lo strofina sul naso, chi lo succhia, chi deve averlo semplicemente tra le mani. L’importanza sta nell’odore che emana … quello di mamma e papà. I bambini amano molto i rituali, per lui assumono una fondamentale funzione di contenimento e di rassicurazione. Il rituale è costituito da uno schema di azioni che si ripete, prima dell’evento stressante, in maniera pressoché invariata e ha la funzione di contenere la sua ansia e rassicurare il bambino, come se gli si dicesse “non ti preoccupare” , è tutto sotto controllo. Il bambino potrà allora richiedere che alcuni oggetti siano esattamente in una certa posizione o di ascoltare sempre la stessa fiaba, esattamente con le stesse parole …
Ai rituali si associa spesso il così detto oggetto transazionale, fondamentale compagno di viaggio nella crescita del bambino. Dal peluche al giocattolo preferito, dal cuscino alla bambola, questi oggetti danno al bambino conforto e sicurezza, al punto da poter diventare inseparabili. L’oggetto transazionale rappresenta la madre, o più in generale, le figure familiari, ne contiene l’ansia da separazione, rendendo l’altro presente nel tempo e nello spazio. Questi sono oggetti di cui i bambini non ne possono fare a meno. Non importa il tipo di oggetto, il bambino non ne può fare a meno, e se lo porta anche a letto. Potrebbe succedere che le madri si ritrovino a tornare indietro dopo essere partite con la macchina, perché l’oggetto del cuore è rimasto a casa. Fin dai primissimi mesi il bambino dorme con questo oggetto e per molto tempo non lo lascerà. Il bambino vive il momento della nanna come un momento di distacco dalla mamma, e questo oggetto ne prende il posto, continuando una sorta di legame madre-figlio. Per poter vivere questa fase serenamente ci potrebbe essere una selezione degli oggetti a disposizione del bambino, in modo che lui scelga da solo e senza imposizioni l’oggetto preferito, si può puntare su oggetti morbidi, senza cuciture e senza cerniere che possono fargli male, e senza piccole parti che potrebbero staccarsi ed essere ingerite dal bambino, si possono scegliere oggetti che in caso di perdita si possono ricomprare uguali senza grandi traumi.  Si dice senza imposizioni  perché ci sono bambini che non sentono il bisogno di questo oggetto.

Bisogna lasciare a loro la scelta che spesso cade su oggetti che neanche si immaginava, ma si devono offrire oggetti sicuri. L’oggetto sarà un prezioso compagno  per la serenità del bambino e può confortarlo in tutte le situazioni di particolare stress e solitudine. Quando il bambino sarà pronto durante la crescita lo abbandonerà gradualmente, non bisogna forzarne il distacco, la cosa si risolverà in modo naturale.
Dott.ssa Sara Drudi

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