lunedì 13 gennaio 2014

LEGGERE I SENTIMENTI: IL PANICO

PANICO


I problemi sorgono soltanto se agiscono esclusivamente in profondità e non li prendiamo nelle nostre mani in modo da dare loro una forma e una direzione precise: “Se eludiamo questo compito, essi ci trascinano a rimorchio e noi diventiamo le loro vittime: li si può paragonare a una slitta lanciata a grande velocità giù per una china coperta di neve, senza nessuno alla guida. Dobbiamo piantarci saldamente in testa alla slitta, con la briglia in mano, e non sedere dietro o, peggio, cercare di non salirci affatto, perché così facendo si finisce per essere presi dal panico ".
Carl Gustav Jung


Il panico è un sentimento ad alta intensità appartenente alla paura. Il termine “panico” deriva dal nome del dio Pan (il dio dei boschi), una divinità greca raffigurata con corna e piedi di capra, che con il suono della zampogna incuteva un improvviso spavento. Si diceva che chi lo avesse incontrato nei boschi fosse impazzito e fuggito per la paura. Infatti il panico nasce a fronte di un pericolo, reale o presunto, che può portare a comportamenti avventati o inconsulti ed è costituito da un preciso periodo di intensa paura o disagio, agitazione, tremore, sudorazione, forte tachicardia.
Le persone prese dal panico hanno pensieri come “Avrò un infarto” o “Ora svengo”, pensieri così reali da chiamare l’autoambulanza o da andare in ospedale. Questo modo di pensare contribuisce a peggiorare i sintomi e di conseguenza i pensieri trasformando il singolo attacco di panico in un vero e proprio disturbo. Spesso si tenta di fuggire dalla situazione o dalle persone che provocano malessere mettendo in atto meccanismi rassicuranti come il portarsi con sé medicinali, se si teme un attacco di cuore.
È evidente che una simile modalità di comportamento sia molto limitante, senza considerare che potrà creare serie difficoltà nei rapporti interpersonali, soprattutto se si arriva a non uscire più di casa causata dalla paura di un imminente, nuovo, attacco.
Riassumendo, la paura patologica, comunemente detta panico, si può definire come il risultato del complesso processo di relazioni che l’individuo ha con se stesso (il controllo che fa perdere il controllo), con gli altri (la richiesta di aiuto e di rassicurazione che fa sentire incapaci di fare da soli) e con il mondo (l’evitamento delle situazioni temute che invalida).
Prendiamoci, dunque, una pausa di riflessione ed evitiamo di fare calcoli e proporzioni a caso sperando di imbroccare la via giusta: è facile rendersi conto di quanto fallace sia questa speranza tenendo conto delle infinite possibilità che ci sono e soprattutto del fatto che il panico e la fretta sono cattivi consiglieri e portano quasi inevitabilmente a perdersi.


Dott.ssa Teresa Giuzio
Centro di Psicoterapia Familiare