mercoledì 1 giugno 2016

PERCHÉ MI HAI TRADITO?


La domanda che nessuno di noi vorrebbe pronunciare è proprio questa: "Perché mi hai tradito?" e non solo in una relazione di coppia, ma in tutte quelle relazioni in cui investiamo i nostri sentimenti. 
Essere traditi  è un brutto colpo, l'autostima finisce per abbassarsi, la fiducia negli altri diminuisce a dismisura, si avverte una mancanza di rispetto. Il tradito agli occhi degli altri e per ristabilire un proprio equilibrio interno spesso, indossa i panni della vittima e  trasforma l'altro in carnefice. Delle responsabilità si fa carico chi tradisce e il tradito diventa la vittima innocente che non riesce a comprendere il gesto subito. La maggior parte delle volte i tentativi di dialogo sono evitati e la relazione si chiude.
Sarebbe sicuramente più giusto, ma sicuramente per se stessi e socialmente meno accettabile se anche il tradito si facesse carico delle proprie responsabilità in modo tale da uscire dal ruolo di vittima ed essere in grado di fare i conti con la realtà.
E se il tradimento fosse solo la goccia che fa traboccare il vaso? Se fosse solo il segnale che questa coppia non funziona?

Cosa spinge il traditore?

In psicologia il tradimento di solito è visto come una segnalazione,cioè un modo per mettere in evidenza un malessere. È evidente che se nella relazione non ci fosse un effettivo problema, non si avrebbe la voglia di cercare supporto altrove. Questa non è una giustificazione al tradimento, ma solo un punto di vista che a volte viene sottovalutato. La mancanza di rispetto che è alla base del tradimento è sicuramente un punto chiave e forse molto spesso un punto di non ritorno, ma allo stesso tempo sono da tenere in considerazione gli aspetti che si celano dietro questa mancanza. Spesso non riusiamo ad esprimere realmente il nostro essere, i nostri sentimenti perché imprigionati in delle regole che non riusciamo a trasgredire. Il giudizio degli altri diventa il motore delle nostre azioni. Restiamo imprigionati in una relazione perché ci fa paura lasciare l'altro quando non lo si ama più. Ogni giorno si notano difetti nell'altro, incomprensioni, mancanze, ma pur di evitare il giudizio si evita di parlarne, si finge,ci si tradisce. 


La comunicazione che dovrebbe  essere il motore di ogni relazione perché permette un'ottima conoscenza dell'altro e l'evitamento delle incomprensioni diventa una sconosciuta o addirittura un mezzo per ferire l'altro. Il tradimento diventa a volte una valvola di sfogo l'espressione della vera individualità, nel nuovo partner si cerca di stabilire degli equilibri che mancano, di sopperire a delle mancanze, anche se a volte si ricade nella stessa trappola.
Alla luce di tutto ciò siamo ancora convinti che esistano vittime e carnefici quando c'è un tradimento?

 Dott.ssa Francesca Cappabianca

Tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus di Pescara